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Esistono delle esperienze necessarie per stare bene? Si, sono 22.



Esistono ad oggi, grazie alla ricerca scientifica, molte indicazioni di base che descrivono dettagliatamente cosa serve all’organismo umano per vivere in salute: l’apporto calorico quotidiano, la quantità di vitamine e sali minerali, la quantità di movimento per tenersi in forma, etc.

Esistono degli indicatori simili anche per il nostro benessere emotivo?


Di cosa ha bisogno un essere umano per sentirsi bene emotivamente?

Qualcuno potrebbe dire che si tratta di bisogni soggettivi, diversi da una persona all’altra, ma in realtà la ricerca scientifica ha scoperto che alcuni bisogni fondamentali di base sono comuni a tutti gli esseri umani, e che tendiamo a soddisfarli nel corso di tutta la vita. I nostri desideri, le nostre scelte, i nostri movimenti, sono dettati da questi bisogni (L. Rispoli, Esperienze di base e sviluppo del Sè, 2004).


Tali bisogni sono presenti fin dalla nascita e la loro soddisfazione, nel caso dei bambini, è strettamente legata agli adulti che si prendono cura di loro. Conoscere tali bisogni e come soddisfarli è quindi di estrema importanza per comprendere un bambino, i suoi comportamenti e come farlo crescere in modo sano e armonico. Molti comportamenti “problematici” dei bambini nascono proprio in quelle situazioni in cui un bisogno non viene soddisfatto, ma l’adulto non riesce a capire cosa modificare per risolvere la situazione.


Come vengono soddisfatti tali bisogni?

Grazie al contributo essenziale del Neo-funzionalismo (L. Rispoli, Il corpo in psicoterapia oggi. Neo-funzionalismo e sistemi integrati, 2016), oggi è possibile sapere come i bambini (ma anche gli adulti) tendono a soddisfare questi bisogni nella quotidianità.

Esistono delle Esperienze di Base che rendono possibile la soddisfazione di questi bisogni. Tali Esperienze, sia individuali che relazionali, risultano fondamentali perché se consolidate in un loro ripetersi positivo, costituiranno un patrimonio di capacità indispensabili per affrontare tutte le circostanze della vita.


Nella Psicologia Funzionale sono state teorizzate 22 Esperienze di Base fondamentali:

  1. Tenuti (Essere Presi, Contenuti, Fermati, Protetti, Guidati);

  2. Lasciare (Allentare il controllo, Fidarsi, Abbandonarsi all’altro);

  3. Calma (Tranquillità, Pazienza, Oziare);

  4. Sensazioni (Sentirsi/Conoscersi, Percepire la realtà)

  5. Contatto (Fusione/Empatia);

  6. Contatto Attivo (Prendere, Tenersi l’altro, Cambiare l’altro, Dare)

  7. Contatto ricettivo (Essere nutriti, Chiedere);

  8. Considerati (Essere visti, Valorizzati, Capiti);

  9. Condividere (Aprirsi, Stringere alleanza, Mostrarsi, Scambiare);

  10. Vitalità (Slanci, Attivarsi, Osare, Umorismo);

  11. Creatività (Capacità immaginativa);

  12. Piacere (Godersi le cose, Desiderare, Trarre piacere)

  13. Controllo (Concentrarsi, Attenzione morbida, Allentare il controllo, Perdere il controllo);

  14. Consistenza (Aver peso/visibilità, Espandersi, Fierezza);

  15. Forza (Forza calma, Buttare via, Farsi spazio);

  16. Aggressività (Nella giocosità, nella Difesa);

  17. Amore (Essere amati, Amare, Aspettative positive nelle relazioni, Amarsi);

  18. Tenerezza (Morbidezza, Vulnerabilità e necessità dell’altro, Cedere);

  19. Negatività (Esternazione delle emozioni negative);

  20. Affermazione (Assertività, Tenacia, Scegliere, Affermare le proprie idee);

  21. Autoaffermazione (Progettualità, Realizzazione personale, Competere)

  22. Autonomia (Separarsi, Stare bene da soli, Indipendenza, Opporsi);


Leggendo questo elenco ognuno di noi può osservare come in alcune di queste Esperienze può sentirsi più a suo agio che in altre. Alcune persone sono bravissime ad avere il controllo della situazione ma magari fanno fatica ad allentare o perdere il controllo, altre riescono a godersi l’ozio ma faticano nelle situazioni in cui bisogna lanciarsi e avere energia, altre ancora hanno un’ottima empatia e capacità di contatto ma magari non riescono a valorizzarsi sufficientemente, ecc. Ognuno di noi possiede una personale combinazione di Esperienze in cui si sente più o meno “bravo”, così come ognuno di noi possiede punti di forza e di debolezza.

Ma perché ci sentiamo forti in alcune esperienze e a disagio in altre?

Come si è evoluta questa combinazione nella nostra storia personale?


Come si evolvono le Esperienze: il ruolo degli adulti e dell’ambiente


Prendiamo come esempio l’Esperienza della Calma, di starsene sereni e tranquilli, abbassando la guardia e la vigilanza, e senza sentirsi costretti ad agire. Questa Esperienza per consolidarsi e diventare una capacità stabile deve essere aiutata (come le altre) dai genitori, dagli adulti, dall’ambiente circostante. Ma può succedere che in famiglia ci siano frequenti motivi di allarme e preoccupazione, un clima colmo di ansia, e in questa situazione il bambino non sarà molto stimolato su questo tipo di Esperienza, ma piuttosto su quella opposta del Controllo. Non sperimentando adeguatamente le due polarità un bambino può apprendere a mantenere un controllo e una tensione costanti, senza mai riuscire ad allentare completamente, mantenendo questo stato anche quando siano del tutto assenti dei pericoli reali. Se la situazione permane durante lo sviluppo, anche da adulto potrebbe faticare a provare quel tipo di esperienza, quello stato d’animo, quel modo di sentirsi; anche se volesse e ce ne fossero le possibilità non gli sarà facile fermarsi, riuscire a stare, potersi lasciare andare tranquillo e spensierato.


Facciamo un altro esempio sull’Esperienza del Tenuti (Contenuti): si tratta di una delle esperienze più arcaiche, vissuta già nell’utero materno, una condizione che genera un senso di tranquillità e di sicurezza pressoché assoluti. Sentirsi “all’interno” di qualcosa di morbido e caldo è una sensazione che tutti i cuccioli ricercano. Ma seppur in forme diverse tale sensazione viene ricercata a qualsiasi età: pensiamo ai bambini più grandi che si accucciano vicino al corpo della mamma, o che amano mettersi sotto un cuscino, ricoperti da qualcosa che contiene e ricostruisce il senso di tranquillità antico; o quando da adulti ci si accuccia vicino al proprio partner per rivivere quella sensazione piacevole di abbandono.

Essere contenuti e tenuti in braccio è un’Esperienza importante che si ripete tantissime volte nella vita infantile, e che riconferma nel bambino ogni volta la sensazione vitale di non doversi occupare (almeno per questo primo periodo di vita) di se stesso e di poter assaporare senza responsabilità e senza pesi la vita e il mondo circostante.

Ora proviamo a immaginare che un bambino, invece che essere tenuto in braccio con calma e sicurezza venga tenuto con una presa ansiosa, insicura, distaccata, distratta, oppure ostile; o che venga tenuto poco in braccio perché il genitore ha paura di viziarlo. Come potrebbero cambiare le sensazioni del bambino rispetto al contenimento? Quali emozioni verrebbero progressivamente associate a questo tipo di esperienza?

L’Esperienza dell’Essere Contenuti, se non attraversata in modo pieno e positivo, può portare, anche da adulti, a non concedersi momenti in cui accucciarsi piacevolmente sul proprio divano o tra le braccia del proprio partner, a provare in quelle situazioni una strana emozione di disagio, come se la nostra “memoria corporea” riattivasse emozioni antiche.


Cosa succede se tali Esperienze non vengono vissute in modo positivo e ripetuto?

Come abbiamo visto dai due esempi precedenti la non positività di tali Esperienze, le carenze nel modo in cui vengono vissute, possono lasciare delle tracce e nel tempo diventare delle vere e proprie alterazioni che nei casi più gravi assumono la forma di un sintomo o un disturbo: i problemi comportamentali, le difficoltà sociali, gli insuccessi scolastici, le difficoltà a gestire le proprie emozioni, non sorgono mai improvvisamente, ma sono l’evoluzione di alterazioni già in atto da molto tempo.


Come si può intervenire?

Imparare a leggere queste tracce nel comportamento dei bambini è quindi di estrema importanza per intervenire subito e andare a integrare quelle esperienze mancanti per il raggiungimento del benessere, un po’ come si integrano vitamine e sali minerali quando non ci sentiamo bene a livello fisico. Un percorso terapeutico Funzionale mirato aiuta il bambino a costruire in maniera positiva e attraverso il gioco le Esperienze carenti, e i genitori ad avere delle indicazioni pedagogiche dettagliate, semplici e concrete da mettere in atto a casa.


Anche una persona adulta può ricostruire delle Esperienze di base carenti?

Certamente, anche da adulti attraverso un percorso di Psicoterapia Funzionale è possibile ricostruire queste esperienze basilari, ripercorrerle, e sperimentare una nuova modalità di viverle nella vita di tutti i giorni, attraverso l'utilizzo di specifiche tecniche psico-corporee.


Affrontare la vita con molte risorse

Quante più Esperienze di base si sono svolte positivamente nella nostra vita e tanto più si consolida nella persona l’importante capacità di affrontare felicemente situazioni di vita diverse, ostacoli differenti, condizioni e circostanze le più disparate possibili. E questo perché egli si ritroverà nel tempo delle risorse, degli schemi psico-corporei adatti alle situazioni: lo schema dell’allerta in caso di pericolo ma quello della calma per rigenerarsi, quello della vulnerabilità per poter esprimere le emozioni e quello della forza per poter affrontare qualcuno, quello del proteggersi da una situazione rischiosa e quello dell’avventurarsi per il mondo, quello del trattenere e quello del lasciar andare.


Il vero benessere risiede proprio in una continua morbida alternanza tra polarità opposte, a seconda del bisogno e della situazione, mentre il malessere emerge quando prevale solo uno dei due poli, non lasciandoci alcuna possibilità di scelta.

La natura ci dimostra ogni giorno che tutto ciò che vive lo fa secondo un ritmo, oscillando da una polarità all’altra: dal giorno alla notte, dall’estate all’inverno. Anche il nostro corpo segue dei ritmi: i nostri polmoni e il nostro cuore oscillano tutta la vita contraendosi e ridistendendosi di nuovo. Nessuna cosa vivente rimane fissa in un punto. È proprio così facendo che la vita assume un nuovo benessere: oscillando fra il muoversi e il fermarsi, tra l’affermarsi e il cedere, tra lo stare in contatto e il separarsi, a seconda delle necessità.


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