Distrazione di memoria o segnale di patologia?
Con il passare dell’età qualche vuoto di memoria e qualche distrazione in più sono segni di un fisiologico invecchiamento e spesso non devono fare allarmare.
Tuttavia, per escludere che queste “sviste” nascondano qualche problematica particolare e vadano poi a peggiorare con il tempo, è utile interpellare uno psicologo esperto in neuropsicologia per effettuare una valutazione del quadro cognitivo.
La valutazione neuropsicologica
Si tratta di una serie di test specifici proposti dal professionista, che consentono di “fotografare” il funzionamento mentale della persona, valutando lo stato di salute della sua memoria, dell’attenzione, del linguaggio, etc.
Questo tipo di esame è indicato per tutte quelle persone che riportano difficoltà di memoria, difficoltà nel linguaggio e momenti di confusione, che interferiscono con il normale svolgimento delle loro attività. Ad esempio, se noti che spesso (più o meno ogni giorno) non ricordi il nome delle persone che incontri, oppure dove metti i tuoi oggetti personali, allora può essere utile chiedere un consulto allo specialista. Stessa cosa se noti che sempre più spesso non ti vengono le parole, oppure hai la parola “sulla punta della lingua”.
La valutazione neuropsicologica, dunque, è uno strumento fondamentale per determinare la presenza di eventuali deficit cognitivi; cosa fare, qualora questi siano presenti?
La riabilitazione/stimolazione cognitiva
Una volta effettuata la valutazione neuropsicologica e individuato, quindi, lo specifico profilo della persona, lo psicologo può, in accordo con il paziente, realizzare un percorso personalizzato di riabilitazione o di stimolazione cognitiva. Si parla di riabilitazione quando le abilità mentali deficitarie sono recuperabili, mentre si parla di stimolazione quando è possibile rimediare ai deficit, rafforzando altre abilità cognitive con cui compensare.
In entrambi i casi si tratta di un’attività basata sullo svolgimento di specifici esercizi scelti ad hoc dal professionista, che possono essere sia di tipo “carta-matita” (utilizzo di schede), sia di tipo computerizzato, permettendo i seguenti effetti:
-rallentare il processo di invecchiamento cerebrale
-migliorare le diverse funzioni mentali (memoria, attenzione, linguaggio, etc.)
-recuperare le funzioni mentali perse a seguito di un incidente (laddove possibile)
-migliorare l’orientamento nel tempo (che giorno è? In che mese e anno siamo?) e nello spazio (dove mi trovo? Dove si trova casa mia? Come la raggiungo?)
-fornire tecniche e strategie efficaci per superare al meglio i momenti di difficoltà nello svolgimento di attività quotidiane
Prevenire in maniera piacevole
La stimolazione cognitiva si può svolgere sia in sedute individuali, sia in piccoli gruppi di 5/8 persone; in questa seconda modalità è possibile anche conoscere nuove persone con cui confrontarsi, con cui socializzare e, perché no, divertirsi!
Se hai notato qualche dimenticanza in più nell’ultimo periodo, da parte tua o di un tuo familiare/amico, parlare con un esperto potrebbe fare la differenza. Ricorda: è meglio prevenire che curare!
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