top of page

Articoli

Post recenti
Post in evidenza

La depressione nella terza età


Cosa è la depressione?

La depressione consiste in una deflessione del tono dell’umore, che si può manifestare attraverso molti sintomi diversi, tra cui: perdita di interesse verso tutte le attività, anche quelle che erano considerate “preferite”, perdita di entusiasmo, forte diminuzione o aumento dell’appetito, alterazioni del sonno, difficoltà di concentrazione.

Tale disturbo può verificarsi con gravità variabile, da lieve a severa, ed è molto frequente in età avanzata. Tuttavia, la letteratura scientifica evidenzia che la depressione nell’anziano molto spesso non è riconosciuta: tendenzialmente solo nella metà dei casi è correttamente diagnosticata.

Perché questa difficoltà nella diagnosi di depressione nell’anziano?

Ecco alcuni motivi:

-Comorbilità: spesso i sintomi depressivi si sovrappongono a sintomi di patologie già presenti, rendendo molto difficile, dunque, il processo valutativo.

-Prevalenza di sintomi somatici: solitamente nel paziente anziano lo stato depressivo si manifesta maggiormente attraverso l’insorgenza di sintomi fisici (alterazioni dell’appetito, eccessiva stanchezza, dolore diffuso,…), piuttosto che attraverso sintomi psicologici (forte tristezza, senso di colpa, marcata tendenza a piangere) e per questo motivo le indagini mediche riconducono tali sintomi ad altre patologie fisiche.

-Isolamento sociale: spesso le persone anziane sono anche sole a causa di pensionamento, morte del coniuge, lontananza dai figli, dunque la loro condizione psico-fisica può essere facilmente trascurata.

-Farmaci: numerosi farmaci possono portare allo sviluppo di una sintomatologia depressiva.

-Sottostima: le persone anziane spesso non danno molto peso ai sintomi depressivi, considerandoli come una normale conseguenza della molteplicità dei problemi fisici di cui soffrono.

Ma non è cosi: invecchiare non vuol dire per forza essere depressi!

È possibile, infatti, mantenere una buona qualità della vita anche in età avanzata, prendendosi cura dei disturbi fisici, ma anche di quelli psico-affettivi. Per fare questo, però, è necessario eseguire una buona valutazione del quadro clinico globale del paziente, svolgere un’accurata diagnosi differenziale tra le varie patologie e stilare una diagnosi accurata.

Per sostenere questo complesso processo è fondamentale tenere in considerazione la relazione tra il disturbo depressivo e altri quadri clinici frequenti nei pazienti più anziani:

  • Depressione e malattie cerebrovascolari: la sintomatologia depressiva si presenta in concomitanza di lesioni ischemiche in diverse aree del cervello. Una patologia cerebrovascolare può rappresentare un fattore predisponente alla depressione, o aggravante, qualora la depressione sia già presente; a tal proposito è molto frequente la depressione post-ictus.

  • Depressione e malattie cardiovascolari: molti studi hanno dimostrato la forte relazione tra depressione e malattie cardiovascolari. Inoltre è stato dimostrato che un anziano cardiopatico con depressione maggiore non trattata ha una prognosi peggiore rispetto ad un paziente cardiopatico non depresso, o con depressione trattata.

  • Depressione e cancro: spesso questi due quadri clinici sono concomitanti e sono numerose le evidenze scientifiche che dimostrano come il trattamento della depressione, dell’ansia e del dolore concomitanti al cancro siano fattori che aumentano la percentuale di sopravvivenza.

  • Depressione e demenza: la diagnosi differenziale tra depressione e demenza nell’anziano è davvero molto complessa perché molti sintomi della depressione (apatia, alterazione del sonno, rallentamento del pensiero e del movimento,…) sono spesso presenti anche in pazienti con demenza. La presenza di depressione in soggetti anziani con demenza è associata a un netto peggioramento della qualità di vita sia del malato, sia dei familiari, e aumenta il rischio di istituzionalizzazione.

  • Depressione e disabilità: queste due condizioni sono strettamente correlate tra loro. È stato dimostrato che la probabilità di recupero funzionale in pazienti con disabilità e depressi è molto più bassa, mentre il trattamento dei sintomi depressivi può determinare il miglioramento del grado di disabilità.

  • Depressione e mortalità: la letteratura scientifica evidenzia ormai da tempo la stretta relazione tra depressione nell’anziano e aumentata mortalità, per diversi motivi:

  • la depressione indebolisce il sistema immunitario e in soggetti già più fragili da questo punto di vista, come gli anziani, l’insorgere della depressione può aggravare notevolmente la situazione.

  • la depressione aumenta il rischio di suicidio; i più elevati tassi di suicidio, infatti, sono riscontrati tra gli ultra 70enni, soprattutto se affetti da depressione maggiore, comorbilità con altre gravi malattie e disabilità. Generalmente quando soggetti anziani elaborano idee suicidarie raramente ne parlano, cercando aiuto e supporto. Per questo motivo è fondamentale l’intervento di un esperto che sappia condurre un colloquio clinico molto preciso e specializzato nella terza età, in modo da poter attivare tempestivamente gli interventi più indicati.

Quindi, alla luce di queste considerazioni, è fondamentale non sottovalutare mai il quadro psicologico nel paziente anziano, soprattutto se affetto da patologie e disabilità. Parlare con uno psicologo specializzato nella terza età può essere di grande aiuto nel supporto al paziente e anche ai familiari, che spesso vivono condizioni estremamente stressanti, con conseguenti ricadute anche sul loro benessere psico-fisico.

Cerca per tag
Archivio
Segui Carelab
  • Facebook Basic Square
  • Google+ Basic Square
bottom of page