Cos'è il sonno?
Il sonno è una funzione universale, essenziale per la vita, ed accomuna infatti tutti gli esseri viventi.
Nonostante che possa sembrare un semplice momento di inattività, durante il sonno avvengono processi fondamentali che non possono avere luogo durante la veglia: esso costituisce, quindi, una fase essenziale per la salute, per il funzionamento del cervello e per le nostre capacità cognitive.
A cosa serve il sonno?
Il nostro cervello costituisce un organo complesso e sofisticato, capace di adattarsi a stimoli e circostanze, apprendendo continuamente nuove informazioni e abilità. Tuttavia tutte queste informazioni, apprese nel corso della giornata, necessitano di essere valutate al fine di eliminare quelle meno importanti e consolidare quelle rilevanti, integrandole con le conoscenze già in nostro possesso. E' solo quando dormiamo che il cervello, al riparo dagli stimoli dell’ambiente, riesce a svolgere tali operazioni.
Cosa succede durante il sonno?
Le più recenti scoperte suggeriscono che durante il sonno le connessioni tra neuroni (cellule del nostro cervello), attivate durante esperienze ed apprendimenti diurni, si indeboliscono, allo scopo di consolidare i ricordi ed eliminare informazioni inutili, riportando il cervello all’equilibrio (ipotesi dell’omeostasi sinaptica). Le sinapsi, infatti, rafforzandosi durante l'apprendimento, crescono di dimensione e richiedono una maggiore quantità di energia. Il sonno permette quindi di normalizzare e depotenziare le sinapsi, anche attraverso la riduzione della quantità di neurotrasmettitori in circolo, evitando che il cervello si saturi. In questo modo il cervello torna pienamente efficace, pronto per apprendere nuove informazioni il giorno seguente. È per questo che il sonno è essenziale per la vita.
Effetti della carenza di sonno
I dati più allarmanti sono quelli riguardanti gli effetti della carenza di sonno, le conseguenze sono infatti equiparabili a quelle dell'assunzione di una eccessiva quantità di alcol. Quando la persona non dorme si osserva, infatti, un rallentamento della capacità di comunicazione fra i neuroni, specie per le aree relative a memoria e percezione visiva; ciò può dare origine a parziali blackout mentali e ad una riduzione dei riflessi (es. rilevare un pedone che ci taglia la strada mentre si è alla guida). I dati dimostrano, inoltre, che la carenza di sonno determina dei sonni locali che coinvolgono alcune parti del nostro cervello mentre il resto del cervello è sveglio e funzionante. La stessa modalità sembra attivarsi dopo sessioni di lavoro intensivo che coinvolgono un determinato circuito cerebrale; come quando si rinvia il sonno e si continua a lavorare oltre il limite della stanchezza naturale.
In tutte queste situazioni piccole aree del cervello entrano, quindi, in una modalità di funzionamento tipica del sonno, mentre si ritiene di essere completamente svegli. Questo fenomeno, se da un lato interferisce con le prestazioni della persona, causando dei deficit mentali senza che la persona ne sia consapevole, dall’altro risulta del tutto inefficace sul piano del recupero della fatica accumulata dal cervello durante la veglia.
Carenza di sonno, invecchiamento cerebrale e demenza La carenza di sonno, putroppo, ha effetti immediati sulla salute del nostro cervello e si manifesta attraverso processi comuni sia alla carenza di sonno che alle malattie neurodegenerative.
Dati recenti dimostrano, ad esempio, come sia sufficiente una sola notte di deprivazione di sonno per registrare un aumento significativo dei livelli di B amiloide (una sostanza tossica che aumenta nel cervello dei malati di Alzheimer). Negli animali, inoltre, sono sufficienti 5 giorni di riduzione del sonno per osservare una riduzione della guaina che riveste i neuroni e che rende efficace la trasmissione degli impulsi nervosi. Infine, se la deprivazione di sonno diventa cronica, il cervello comincia a distruggere le proprie cellule danneggiate. Se sulle prime questo tentativo di difendersi, eliminando i detriti e ripristinando i circuiti neurologici logorati dalla mancanza di riposo, potrebbe proteggere le connessioni ancora sane, con l'andar del tempo rischia di aumentare il pericolo di ammalarsi di Alzheimer o di altri disturbi neurodegenerativi. In tali patologie infatti si osserva una sostenuta attivazione delle medesime cellule (microglia ed astrociti) che si attivano in condizioni di carenza di sonno.
La comunanza dei processi attivati dalla carenza di sonno e dalle malattie neurodegenerative rende, pertanto, sempre più evidente la necessità di avere un sonno regolare, per promuovere sia una salute corretta nel presente, sia un invecchiamento sano.
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